NBC NEWS ARCHIVES BRING THE HISTORY OF INTERNATIONAL CINEMA TO THE BIG SCREEN AT THE 68TH ANNUAL VENICE FILM FESTIVAL
NBC NEWS – PRESS RELEASES
Repubblica.it – 28 agosto 2011
Brigitte Bardot
L’ANTEPRIMA
“Hollywood Invasion”, viaggio inedito
alle radici dello star system globale
A Controcampo italiano, come evento speciale, il docufilm di Marco Spagnoli, sul rapporto – e la reciproca contaminazione – tra il cinema Usa e l’Europa (a partire dall’Italia). Oltre ai backstage di “Ben Hur” e “Cleopatra”, immagini “rubate” di grandi dive del Vecchio continente: la Loren, la Cardinale, la Bardot…
di CLAUDIA MORGOGLIONE
E già l’inizio, sul fronte dei documenti visivi, è folgorante: dopo pochi minuti sullo schermo vediamo un lungo reportage della tv che indaga dietro le quinte del kolossal Ben Hur (1959), che come molti sanno fu girato a Roma. Uno sguardo indiscreto, commovente, sul mondo delle comparse di allora, i tanti italiani squattrinati che tentano di sbarcare il lunario ai margini del superfilm americano: scene che ricordano le atmosfere del neorealismo, più che la dolce vita patinata tanto spesso celebrata.
Ma non c’è solo Cinecittà – già al centro del precedente documentario del regista, Hollywood sul Tevere, accolto con successo alla Mostra di due anni fa – al centro di questo nuovo film: si spazia dal Belpaese al resto d’Europa. Per dimostrare la tesi di fondo dell’autore: se all’inizio fu l’America a “colonizzare” il Vecchio continente, negli anni successivi l’invasione fu in qualche modo reciproca. Con alcuni grandi personaggi di casa nostra – pensiamo a una Sophia Loren – che riuscirono a esportare il loro talento, e made in Italy, anche oltreoceano. “Da un lato – spiega Spagnoli – c’era la macchina produttiva americana in Europa, guidata dai grandi studios hollywoodiani. Dall’altro quella dei talents europei: registi e star che hanno reso quell’epoca indimenticabile, segnando per sempre l’immaginario collettivo statunitense negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta”. E infatti è proprio in questo periodo che lo star system si globalizza, diventa a tutti gli effetti planetario.
Certo, l’invasione reciproca non fu simmetrica. E’ chiaro che la presenza hollywoodiana fu più marcata, più massiccia, più economicamente rilevante. Basta guardare le immagini “rubate” sui set di alcune delle pellicole che, nel bene e nel male, fecero epoca: da Il giorno più lungo, girato in Francia, che celebra lo sbarco in Normandia, all’ambizioso e sfortunato Cleopatra, con la coppia Liz Taylor-Richard Burton. Per il primo, vediamo alcune sequenze in cui il produttore – Darryl Zanuck, figura mitologica della grande Hollywood – parla di cosa significa fare film; per il secondo, scopriamo che alcune sequenze furono girate non qui a Roma, ma in Spagna, a sud di Madrid.
Tutti backstage che gettano una luce diversa sulla genesi di questi film. E poi ci sono loro, gli italiani amati anche in terra d’America: forse sono le loro le immagini che colpiscono, e commuovono, di più. Ad esempio, una Sophia Loren che sbarca al Festival di Cannes, che chiacchiera in auto, che scherza col collega Anthony Perkins; Claudia Cardinale, bellissima, selvaggia e scollatissima, sul set di Sergio Leone; Federico Fellini, che vediamo perfino in trattoria ai tempi della lavorazione di Casanova, a Cinecittà. E poi stelle europee come Brigitte Bardot, mostrata in tre diversi momenti e periodi: una presenza iconica, la sua, che evoca subito la nostalgia per un’epoca irrimediabilmente perduta.
Il tutto in un film – che ha Maria Pia di Meio, doppiatrice di Meryl Streep, come voce narrante, e le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi – frutto di un paziente, certosino lavoro di ricerca, svolto dal regista negli archivi della Nbc-Universal: “Verso la fine dello scorso inverno – racconta Spagnoli – sono andato a New York, alla sede della compagnia a Rockfeller Center (la stessa dove si realizza il Saturday Night Live) e, aiutato da persone di grande professionalità e passione, sono entrato in quello che è un vero e proprio tesoro di materiali filmati. Ancora più sorprendenti, agli occhi di un europeo”. Il risultato cinematografico di questa ricerca, oltre che a Venezia, sarà visibile in prima tv mercoledì 21 settembre alle 21.15 su Studio Universal (Mediaset Premium, su digitale terrestre).
(28 agosto 2011)
La Stampa del 18 agosto 2011 E Hollywood scoprì l’Europa…

Marilyn Monroe sbarca a Londra nei primissimi Anni Sessanta
A Venezia Marco Spagnoli
racconta il rapporto tra
il nostro cinema e gli Usa
Un viaggio negli archivi
della Nbc Universal,
tra materiali rari e footage inediti
FULVIA CAPRARA
L’ America scopriva l’Europa e Hollywood, con un misto curioso di interesse e soggezione, scopriva il cinema italiano, francese, spagnolo. Sembra fantascienza. Documentaristi Usa che descrivono la dura vita delle comparse nostrane sul set di Ben Hur, giornalisti che annaspano cercando di decifrare l’estro felliniano, telecronisti stregati dalla bellezza esplosiva di Claudia Cardinale e Brigitte Bardot, fianco a fianco sul set delle Pistolere di Christian Jaque. Oggi l’arrivo di una troupe americana nella capitale è salutato come evento rarissimo e insperata fortuna, ieri il nostro cinema, i nostri attori, le nostre invenzioni venivano analizzati con attenta partecipazione. Avevamo, insieme con gli altri paesi del vecchio Continente, il cinema in mano.
Poi è successo che siamo stati colonizzati. Se non fosse per questo lieve sentimento di sconfitta e nostalgia,Hollywood invasion, il documentario di Marco Spagnoli in anteprima mondiale il 2 settembre al Lido, evento speciale nella sezione Controcampo italiano, sarebbe un inno alla gioia del grande schermo, a quel momento magico in cui l’evoluzione dell’arte e quella della storia sono andate di pari passo, dando i frutti migliori.
Tra questi, sicuramente Sofia Loren, che, in uno dei momenti più felici del film (60 minuti di immagini spesso rarissime), prende lezioni di twist, ballando con un bicchiere in bilico sulla testa, e Brigitte Bardot che spiega di non essere un’attrice ma solo una «hippie girl», e Yves Montand che parla di impegno politico, e Dino de Laurentiis che racconta come il kolossal King Kong «non sia un film dell’orrore, ma una grande storia amore». Talenti made in Europa. Come Federico Fellini ritratto mentre spiega, recitandola, una sequenza del Casanova , e come Sergio Leone che inventa gli «spaghetti western» e trasforma uno sconosciuto Clint Eastwood in un divo che regala autografi in via Veneto.
Il cronista statunitense spiega vagamente incredulo: «Nei film italiani il West è rappresentato come un luogo pieno di brutalità e non di eroi, come siamo abituato a vederlo». Il successo è legato a questa visione insolita e gli italiani sono convinti di potercela fare, commenta il giornalista, perchè forse «i loro western sono più adatti ai nostri tempi». Tempi infuocati, di grandi battaglie sociali che irrompono sul grande schermo con Marlon Brando che parla di diritti civili, ma anche con Grace Kelly che, sul tema dell’emancipazione femminile, regala, durante un’intervista a Monaco, nel 1966, uno sguardo di rassegnata tristezza: «I mariti in Europa sono i veri capi della famiglia, mentre la moglie americana dice quello che pensa e questo li sciocca…».
In Italia il divorzio è una realtà ancora lontana, gli americani parlano del caso di Mina e del figlio avuto da Corrado Pani, riportato con grandi titoli sui nostri giornali. I cambiamenti però sono nell’aria, potenti come il discorso tenuto da John Kennedy nella visita in una Napoli colorata e imbandierata, accolto dal presidente Segni. E’ l’ultima volta che viene in Europa, quattro mesi dopo, a Dallas, sarà messo a tacere per sempre.
Narrato dalla voce di Maria Pia Di Meo, storica doppiatrice italiana di attrici come Meryl Streep, Jane Seymour e Barbra Streisand, accompagnato dalle musiche originali di Pivio e Aldo De Scalzi, Hollywood Invasion è il risultato di un lungo viaggio negli archivi della NBC Universal, tra materiali rarissimi e footage inediti: «Lo sguardo degli americani su di noi italiani ed europei – dice Spagnoli – era non solo molto interessante, ma decisamente singolare per la sua accuratezza e intelligenza, rispetto a quanto vediamo oggi, negli stereotipi di certe attuali produzioni hollywoodiane».
A quei tempi, racconta il film che, dopo l’anteprima veneziana andrà in onda in prima tv su Studio Universal mercoledì 21 settembre, il terreno di scontro erano i due Festival di Venezia e di Cannes, appuntamenti europei dove l’arte si mescolava con il glamour, e dove le star americane arrivavano pronte a misurarsi con quelle di un mondo nuovo e ricco di sorprese.
Il clima era diverso, lontano dalle passerelle promozionali e un po’ ingessate con cui oggi vengono presentati ai festival i blockbuster Usa pronti per l’assalto dei botteghini del mondo. C’era l’allegria, il fermento, la gioia degli incontri. C’erano tutti, Jack Lemmon, Bette Davis, Rex Harrison, Charlie Chaplin, Raquel Welch. E c’era Fellini che dice di voler lavoare fino a 200 anni, e c’era Groucho Marx che racconta di quella signora che una volta lo fermò per strada e, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: «Per favore, lei non muoia».