Marco Spagnoli

I intend to live forever. Or die trying...Groucho Marx

‘Hollywood Invasion’: quando il cinema italiano parlava americano Festival ‘Hollywood Invasion’: quando il cinema italiano parlava americano

VENERDÌ, 02 SETTEMBRE 2011

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brigitte bardot

Chiara Gelato

Il documentario di Marco Spagnoli, al Festival di Venezia l’8 settembre nella sezione Controcampo Italiano, verrà trasmesso da Studio Universal il 21 settembre. Per realizzarlo, il regista di ‘Hollywood sul Tevere’ è andato a scovare una serie di materiali inediti negli archivi della Nbc, che raccontano di una contaminazione reciproca tra il cinema Usa e l’Europa, radiografando la nascita di un fenomeno produttivo nuovo sullo sfondo di un’era di grande fermento culturale, sociale e politico

Sembra arrivare da un altro mondo Hollywood Invasion di Marco Spagnoli. Raffinato documento su un’epoca in cui il cinema italiano e quello europeo “invadevano” le case americane, segnando fortemente l’immaginario collettivo statunitense degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, il docufilm selezionato a Venezia in Controcampo riporta alla luce le immagini rare di trent’anni di storia del cinema (e del costume) mostrati attraverso i reportage e i servizi televisivi del network americano Nbc Universal. Nell’arco dei sessanta minuti del film, lo sguardo di Spagnoli – accompagnato dalla voce di Maria Pia di Meo, storica doppiatrice italiana – ci porta dietro le quinte del kolossal Ben-Hur e del Fellini Satyricon, dello sfortunato Cleopatra, con la coppia Liz Taylor-Richard Burton, e de Il giorno più lungo, girato in Francia, racconta la nascita del divismo con le icone Monroe, Loren e Bardot, sorprende un giovanissimo Clint Eastwood, all’epoca ancora sconosciuto, sui tavoli di un bar di Via Veneto. Sulle musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, scorrono le immagini di Sophia Loren che sbarca al Festival di Cannes, quelle di una bellissima Claudia Cardinale sul set di Sergio Leone, di Federico Fellini ai tempi della lavorazione delCasanova. “Solo su Fellini”, racconta il regista, “ho individuato sette, otto ore di materiale, come anche sulle amatissime Cardinale, Loren e Lollobrigida, vere e proprie Star in America, in grado di influenzare le nuove generazioni. Curiosamente, su Visconti, Pasolini e De Sica, non ho trovato nulla”. C’è anche Kennedy a Napoli, in quella che è stata la sua ultima apparizione in Italia, la Roma degli anni ’50, quella di Trastevere e delle comparse squattrinate che popolavano il kolossal americano di turno. Tra le capitali europee del cinema, la città eterna – oggetto del precedente film di montaggio di Spagnoli, Hollywood sul Tevere – è quella più ricorrente, dai luoghi simbolo di Cinecittà e Via Veneto a quelli di più curiosi di una Roma in b/n dove sfilavano in castissimi costumi da bagno le ragazze di allora nello stabilimento Kursaal di Ostia e la rivoluzione sessuale era ancora lontana. “Una Roma oleografica, da cartolina, ma che, pur nel folklore e nei toni a tratti populistici, lascia trapelare una volontà di racconto e di analisi sorprendenti, uno sguardo singolare per intelligenza ed accuratezza. Quella dell’epoca era un tv di grandissima qualità, dall’estetica cinematografica. C’era una cura del dettaglio, delle immagini e del racconto giornalistico oggi assolutamente impensabili”.

Ma Hollywood Invasion, prodotto da Nbc Universal Global Networks Italia e distribuito da Studio Universal(che lo trasmetterà il 21 settembre), è anche la storia di un giornalista caparbio e innamorato del cinema che è andato ad esplorare – visionando centinaia di ore di filmati – gli storici archivi della Nbc, scovando materiali in pellicola, non ancora digitalizzati, che difficilmente avrebbero avuto una visibilità all’esterno. Racconta Spagnoli, di cui vedremo fra non molto i documentari Saviano racconta Scarface(Universal Pictures Italia) e Diversamente Giovane, sulla vita del celebre avvocato agente Giovanna Cau: “Verso la fine dell’inverno sono andato a New York, alla sede di Nbc Universal al Rockfeller Center, la stessa dove si realizza il ‘Saturday Night Live’ e, aiutato da persone di grande professionalità e passione, sono entrato in quello che è un vero e proprio tesoro di materiali filmati”. Materiali che sorprendono per “l’attenzione e la curiosità profonda degli americani nei confronti del cinema, la cultura e il costume europei”, dimostrando come “gli archivi, pur nelle innumerevoli difficoltà di natura tecnica ed economica, dati i costi esorbitanti dei diritti, possano avere una seconda vita”.